- La scelta del contratto di locazione. Canone concordato
Pubblicato da Giuseppe Sapino in - Locazioni e affitti · 27 Agosto 2024
Esistono più tipologie di contratti di locazione ad uso abitativo che fanno riferimento alla legge 431/1998 “Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo”, ricordando che l’articolo 13 della legge sanziona di nullità i patti ad essa contrari.
Dopo avere esaminato in un precedente articolo le principali caratteristiche dei contratti a canone libero, in questo articolo trattiamo quelle dei contratti a canone concordato.
Prossimamente esamineremo anche i contratti transitori.L’articolo 2 al comma 3 della legge 431/1998 spiega come funziona il contratto d’affitto a canone concordato e quali sono i requisiti generali.
Le locazioni a canone concordato (vedasi anche la Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 31/E del 2018), richiedono l’attestazione delle associazioni di categoria dei proprietari e dei sindacati inquilini, in base a quanto definito negli Accordi locali.Il contratto a canone concordato ha la durata di 3 anni, con rinnovo automatico alla scadenza di altri 2 anni.
A seguito della proroga biennale, le parti possono concordare il rinnovo a nuove condizioni della locazione, oppure la rinuncia al rinnovo del contratto comunicando la propria intenzione con lettera raccomandata da inviare all’altra parte almeno sei mesi prima della scadenza.In mancanza della comunicazione il contratto è rinnovato tacitamente alle medesime condizioni per un ulteriore biennio.
La caratteristica di questo contratto è che, nei comuni ad alta tensione abitativa, l’importo del canone non è libero, ma è calcolato sulla base di accordi che coinvolgono le associazioni dei proprietari e sindacati degli inquilini.
Fra i parametri che determinano il canone mensile figurano l’ubicazione dell’immobile, la metratura e le finiture dell’immobile locato.Se l’immobile locato è utilizzato come abitazione principale, il conduttore che sceglie il contratto a canone concordato può anche usufruire di una detrazione d’imposta che varia a seconda del reddito.
Anche il locatore ha dei vantaggi fiscali, perché può beneficiare della riduzione sulla base imponibile Irpef, di uno sconto sull’imposta di registro e, se opta per la cedolare secca, di una riduzione dell’aliquota dal 21 al 10 per cento.
Inoltre è prevista una riduzione dell’Imu, salvo più favorevole delibera comunale.
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